Stavolta, è stato lui stesso a deciderne la svolta: " Un film nuovo, perché gli attori sono gli stessi, ma non esattamente: invecchiamo assieme. Gli ambienti, della medesima Marsiglia: che si trasforma. Ed io cambio genere: dimenticate le favole e le tragedie, ecco un film romantico. Il che significa intimità e sogno, esaltazione e spiritualità, aspirazione all'assoluto. Tutto ciò che ci mette in opposizione alla realtà. E chi non ha mai conosciuto quei momenti terribili, significa che deve avere mal vissuto!".

Eccola, allora, la ragione: per la quale l'insostituibile Ariane Ascaride è questa volta la Marie-Jo che vediamo avvicinare al proprio polso la lama di un coltello, nel corso di una di quelle scampagnate cosi solari della Provenza: a quaranta, e forse passa anni, Marie-Jo ama profondamente, sinceramente, due uomini al tempo stesso. Lei, devota infermiera in aiuto domiciliare; lui, il marito che si occupa di una piccola impresa di costruzioni; e l'altro, l'amante, che pilota i battelli nel porto di Marsiglia, dopo aver viaggiato per mezzo mondo. E che ora fa viaggiare la fantasia, oltre che i sensi della Marie-Jo.

Di triangoli amorosi è piena la storia del cinema. Solo che quelli di Robert Guediguian sono particolari. Fatti di gente semplice, inserita nella fatica di ogni giorno, cosi simile a quella che incrociamo ad ogni istante. E cosi diversa da quella idealizzata, che ha fatto da sempre le fortune dell'industria del Sogno. La gente di MARIE-JO ET SES DEUX AMOURS non è né povera né ricca, non più giovane ma non ancora vecchia, non proprio brutta ma nemmeno bella. Ed allora ecco che il risultato è di certo il melodramma che voleva Robert Guédiguian: ma non esattamente uno di quelli ai quali siamo abituati. E' una immersione totale e disincantata nella società con i suoi problemi, come nella sessualità con le sue evasioni. Nella realtà del quotidiano come nell'irrazionale amoroso.

Che la verità di questo quotidiano risulti decuplicata è cosa che non sorprenderà ogni ammiratore dell'autore di MARIUS ET JEANNETTE; più sorprendente il fatto che ad essere centuplicata sia l'energia immateriale, spirituale del film. Per semplici, e discreti che siano, Marie-Jo ed i suoi due uomini sono spesso nudi. Di una nudità splendida (dello splendore magnificamente pudico della fotografia di Renato Berta): che da una dimensione terribilmente normale ricava echi eterni, da classicismo greco.

Società e politica, normalità e mitologia: nessun amalgama miracoloso è impossibile ad un regista onesto e sempre ispirato come Guédiguian. All'incomparabile giustezza di tono del suo mondo; alla commovente verità di comportamento di tutti, indistintamente, i personaggi de film.

A MARIE-JO ET SES DEUX AMOURS si puo`eventualmente rimproverare un finale di comodo. Nel quale, se si rispecchiano certe libertà espressive della tradizione melodrammatica,si finisce però per tradire quell'inno all'utopia amorosa che è la ragione del film. Ma si tratta di un peccato più che veniale: proprio come quello commesso da Marie-Jo.